Si rimane incollati allo schermo senza annoiarsi neanche un attimo vedendo questo film così incredibilmente reale. 123 minuti in cui ci si domanda: come è possibile? Come è possibile che nessuno ascolti le ragioni dell'altro? Si realizzerà una comunicazione reale? La domanda non ha risposta fino alla fine, una risposta che rimane sospesa come la risposta di Termeh, figlia dei genitori separandi, alla domanda del giudice... In questo silenzio, forse più denso delle tante parole urlate dei protagonisti, si legge l'esitazione nell'esprimersi che nasce forse dall'esigenza di farlo con contatto autentico, dal profondo. Questo contatto fa emergere l'incertezza, la difficoltà, la paura, il dolore, tutte sensazioni ed emozioni che i protagonisti lasciano bloccate nella prigione della loro durezza. Ci si domanda perché non si lascino toccare dalle comunicazioni sottili e potenti della figlia che indica loro una strada. Cosa impedisce loro di accedere a un altro livello di comunicazione? Come potrebbero vedere ciò che è evidente davanti ai loro occhi così apparentemente acuti ma di fatto ciechi?
Cosa blocca la visione dell'evidenza?
Sembra che ognuno sia impegnato ad avere Ragione ma nessuno ascolta le proprie e le altrui ragioni. Si potrebbe dire che questo film sia la massima espressione di come ciascuno ha le sue profonde ragioni eppure ognuno ha torto nel volere avere Ragione, una ragione assoluta contrapposta a quella dell'altro, ignara anche della profondità delle proprie. Non vi è spazio per la complessità, per l'accoglienza dell'altro e di sé, sembra esserci spazio solo per il proprio "Ego", l'Io con le sue ragioni sparisce in favore di un Ego che impone la sua Ragione assoluta. E se il film ci richiamasse al nostro Io? … a un io incerto e vulnerabile, sensibile al dolore della separazione. È facile immedesimarsi nella ragazzina che sa di dover compiere una scelta suo malgrado, una decisione che non vorrebbe prendere perché somiglia molto più a una divisione che a una separazione. Nadar e Samin dividono emozione e ragione, comportamento morale ed etica, dividono il mondo in giusto e sbagliato, vero o falso, ma ignorano le ragioni del cuore che chiedono comprensione, ascolto, pazienza, silenzio.
29/03/2012
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